Tre importanti scoperte su Barbarano Romano nel XIV Secolo: L'ospedale, il notaio e la curia.

Si comunica che in un atto -da me scoperto mercoledì 9 giugno- del notaio e prete di Capranica Paolo di Santoro, protocollo n° 311 carte 37v/38v del 9 ottobre 1387 (Archivio Notarile di Capranica conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo) risulta, in questa data, già esistente un ospedale a Barbarano.

L’ospedale probabilmente aveva il nome di “Ospedale della Disciplina” visto che anche a Ronciglione, a Capranica, a Nepi e ad Acquapendente, un ospedale con questo nome è documentato almeno dal XIV secolo; aveva questo nome perché gestito dall’omonima confraternita.

L’ospedale di Barbarano, come tutti gli ospedali dell’epoca, aveva delle proprietà non a caso l’atto in questione è una locazione di un castagneto di proprietà dell’ospedale di Barbarano che si trovava in contrada “Pian di Preta”, contrada che era situata, dice il notaio, nel territorio di Capranica.

L’atto è concluso da parte del procuratore dell’ospedale, un certo Gianni di Rosula di Capranica, incaricato a concludere l’atto da Agneluzio di Cendo di Barbarano, anteposto, Rettore e amministratore del detto ospedale. La locazione era concessa ad Antonio di Sisto detto Royno di Capranica per nove anni rinnovabili. Antonio di Sisto, sappiamo esercitava -ed è documentato negli anni ’80 del XIV secolo- l’attività di fattore e procuratore del Vescovo di Sutri ma la locazione viene concessa a lui personalmente; fra l’altro Il conduttore Antonio di Sisto detto Royno promette, con questo atto, di dare all’ospedale la quarta parte dei frutti provenienti dal castagneto a titolo di pigione.

Sempre da questo atto veniamo a sapere il nome di un notaio trecentesco di Barbarano un certo Ser Paolo de Cosciaris, che il notaio Paolo di Santoro ci dice essere cittadino romano ma che esercitava l’attività di notaio pubblico in Barbarano. Questo fatto è importante perché i protocolli notarili di Barbarano Romano, conservati presso l’Archivio di Stato di Viterbo, iniziano dal 1430 con gli atti di Ser Giovanni di Vengula, così viene dimostrato che Barbarano avesse dei notai anche nel XIV secolo ma di essi non ci è pervenuto nessun registro, ma sicuramente esistevano dei notai a Barbarano almeno fin dal XII secolo come era consuetudine nei castri della Tuscia.

Un’ultima scoperta: il notaio Paolo di Santoro ci dice che il notaio Paolo de Cosciaris fosse notaio della Curia del castro di Barbarano.

La Curia (il cui nome completo era “Curia Rationis” cioè “Curia della Ragione” o anche chiamata “Domus Iuris” cioè “Casa del Diritto”) era il tribunale locale, che anche gli altri castri dello Stato Pontificio possedevano all’epoca; della Curia di Barbarano sapevamo dal marzo scorso dell’esistenza, provata da due atti che io avevo trovato nell’Archivio Notarile di Barbarano, notaio Nicola di Tommaso di Iacobello (atti dal 1451 al 1488), si tratta di due atti del 1476 (1° documento: prot. 130 c. 261r, atto nella Curia di Barbarano del 19 marzo 1476; 2° documento: prot. 130 c. 278r, atto nella Curia di Barbarano del 26 ottobre 1476).

L’atto del 1387 dell’Archivio Notarile di Capranica dimostra che la Curia, a Barbarano, era già esistente in questa data molto antica e se esisteva la Curia in questa data -ma molto probabilmente già a partire dai primissimi anni del XIII secolo, visto che Papa Innocenzo III istituì la Provincia del Beato Pietro in Tuscia nel 1198 con capoluogo Montefiascone che era la residenza del Rettore della Provincia e sede del tribunale di 2° grado con giurisdizione sia civile che penale- esistevano anche gli Statuti cittadini che dovevano trovare applicazione nel tribunale locale per dirimere le controversie locali.

 

Carlo Maria D’Orazi

 

Si pubblicano le fotografie delle tre pagine del documento del 9 ottobre 1387.