Scoperti 11 atti notarili conclusi dal Conte Everso degli Anguillara negli anni 1460-1464

Sono stati rinvenuti 11 atti notarili del 1460-1464 conclusi dal Conte Everso degli Anguillara, il personaggio della famiglia degli Anguillara più famoso di tutti nel corso della storia e che nacque verso il 1398 e morì il 4 settembre 1464 nella Rocca di Cerveteri che, insieme a quella di Capranica e a quella di Anguillara Sabazia, che fu il loro primo castello, era la Rocca principale di questa nobile famiglia di origine romana.

Gli atti sono collocati all’interno dei protocolli n° 349 e n° 350 dell’Archivio Notarile di Capranica conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo; ricordo anche che il notaio che ha rogato gli atti è Iacobo del fu Petruccio (Petrucci) del fu Rubeo Cozarella, di cui abbiamo atti che vanno dal 1438 al 1478, di antica famiglia capranichese (famiglia Petrucci) ancora oggi esistente; l’Archivio Notarile di Capranica possiede atti che partono addirittura dal 1334.

Questi sono i primi atti notarili del Conte Everso che vengano scoperti nell’Archivio Notarile di Capranica; fra l’altro in uno dei documenti il Conte Everso è chiamato dal notaio “Everso Secondo degli Anguillara” e questo è il secondo caso conosciuto -dopo lo stemma di Everso collocato all’interno del cortile del Palazzo degli Anguillara a Trastevere in Roma- in cui Everso è denominato in questa maniera (cfr.: Arch. Not. di Capranica, prot. 349 c. 77v, atto del 17 dicembre 1461 rogato nella Rocca di Capranica).

Preciso anche che degli 11 atti notarili di Everso tre sono conclusi nel Palazzo di Everso degli Anguillara in Ronciglione, due sono rogati nella Rocca degli Anguillara di Vetralla mentre i rimanenti sono tutti conclusi nella Rocca di Capranica; va precisato inoltre che in due atti è presente anche uno dei figli naturali di Everso, Galiotto -avuto dalla “Magnifica Signora Iacobella del fu Iacobo di Tobellino di Castel Gandolfo” la quale in quel periodo viveva nella Rocca di Capranica[1]– mentre in altri due è presente il figlio legittimo di Everso, Deìfobo che insieme al fratello Francesco furono titolari, per soli dieci mesi, di tutti i castri di Everso degli Anguillara fino al luglio 1465 quando ne furono spossessati per l’intervento dell’esercito di Papa Paolo II Barbo, comandato dal Cardinale Niccolò Forteguerri, Papa ormai stanco della politica antipapale e fortemente ambiziosa del Conte Everso degli Anguillara e dei suoi due figli legittimi Francesco e Deìfobo.

Gli atti, prevalentemente, riguardano la nomina di un procuratore per la conclusione di determinati atti giuridici in nome e in vece del Conte Everso.

 

Si pubblicano alcune fotografie degli atti di Everso degli Anguillara scoperti:

Foto 1-2: prot. 349 cc. 43v/44r, atto del 23 ottobre 1460 concluso nella Rocca di Capranica.

Foto 3: prot. 349 c. 70r, atto del 10 settembre 1461 rogato nel Palazzo di Everso degli Anguillara in Ronciglione, è menzionato anche il figlio naturale di Everso, Galiotto.

Foto 4-5: prot. 349 cc. 109r/v, atto del 29 giugno 1462 concluso nella Rocca di Vetralla.

Foto 6: prot. 349 c. 112v, atto del 16 luglio 1462 rogato nella Rocca di Capranica, è citato anche il figlio legittimo di Everso, Deìfobo.

Foto 7: prot. 349 c. 77v, atto del 17 dicembre 1461 stipulato nella Rocca di Capranica, il Conte Everso è chiamato dal notaio “Everso Secondo degli Anguillara”.

 

Prof. Carlo Maria D’Orazi

[1] Vedi in proposito: Archivio Notarile di Capranica, Iacobo Petrucci, prot. 350 c. 7r, Actum in camera residentie domine Iacobelle posita in rocca castri Capralice dell’11 gennaio 1464; Ibidem, Iacobo Petrucci, prot. 350 cc. 8v/9r, atto nella Rocca di Capranica del 24 gennaio 1464; Ibidem, Iacobo Petrucci, prot. 350 cc. 12v/13r, Actum in arce castri Capralice in camera residentie dicte magnifice domine Iacobelle del 28 febbraio 1464; Ibidem, Iacobo Petrucci, prot. 350 cc. 27r/v, atto nella casa del Vescovo di Sutri in Capranica del 9 novembre 1464, in questo atto si dice chiaramente, nella carta 27r, che Galiotto fosse figlio del Conte Everso degli Anguillara e della Signora Iacobella del fu Iacobo di Tobellino.