Scoperta l'esistenza della figura del viceconte della famiglia degli Anguillara in Bassano Romano nel XIV Secolo

È documentata l’esistenza della figura del Viceconte in Bassano Romano (VT) già nel 1357, difatti in un atto che abbiamo rinvenuto alla fine del mese di aprile 2022 nell’Archivio Notarile trecentesco di Capranica, conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo, in cui sono menzionati due Signori di Bassano[1] (Vassanum) è citato anche il più antico Viceconte conosciuto di Bassano Romano della famiglia dei Conti degli Anguillara.

Il Viceconte si chiamava Simoncello ed è il più antico Viceconte finora rinvenuto, relativo al castello di Bassano, nell’Archivio Notarile di Capranica; questo documento ci fa capire che il castro di Bassano entrò in possesso -per un terzo della proprietà complessiva- della famiglia degli Anguillara prima dell’anno 1357.

L’atto notarile in questione ha questa collocazione: Archivio Notarile di Capranica, notaio Pietro di Nuccio di Ziano, protocollo n° 274 carte 33 recto/verso, atto del 16 agosto 1357.

 

Questa è la traduzione dell’atto:

 

Atto in Bassano [Vassanum] nella cantina dei presbiteri della chiesa di S. Maria di detto castro di Bassano [Vaxanum] presenti i nobili uomini Truglio, Peroscia dei Signori [ex dominis] di detto castro, Mèntulo, Scolzanibro (sic) e Perdicino dal castro di Ischia (castro diruto oggi nel territorio di Vejano, l’antica Viano di epoca medioevale) testimoni ecc.

Narduzio del fu Cola di Pecorella da Ischia fece fine refutazione, quietazione, remissione e patto di non chiedere altro a Simoncello Viceconte del castro di Bassano, a Luzzarello del fu Puccio di Torchio (quest’ultimo è il nome del nonno paterno), a Simeone di Nardone e a Palozio di Panalfuccio di detto castro, specialmente di ogni cosa che il detto Narduzio possa chiedere al predetto Viceconte, con gli altri suoi soci nominati sopra, in occasione di una certa “parigna” (termine medievale di significato sconosciuto) di pecore procurate (“allate”, dal presente indicativo “affero”) per il detto Viceconte con i predetti suoi soci del territorio di Ischia, della parte spettante (“contignente”) a Narduzio “tantum reservato tamquam (= come) iure” (significato non chiaro della frase) di Giacomo di Giordano da Trevignano socio del detto Narduzio [……].

 

             Abbiamo notizie successive, sempre del XIV secolo, relative alla figura del Viceconte degli Anguillara in Bassano Romano: in un atto del 14 aprile 1378 rogato in Bassano, fra i testimoni dell’atto risulta essere presente anche un certo Silvestro di Monaco “una volta” Viceconte di Bassano (Archivio Notarile di Capranica, notaio Graziano di mastro Pietro, prot. 195 cc. 18r/19r, atto del 14 aprile 1378), se ne deduce, dalle parole del notaio, che fosse stato Viceconte qualche anno prima della stipula dell’atto notarile; abbiamo rintracciato un altro atto dove è menzionato Silvestro di Monaco ma qui non viene definito dal notaio “già Viceconte di Bassano”, si tratta di un atto concluso il giorno prima del precedente atto, il 13 aprile 1378, concluso nella Rocca di Capranica alla presenza della Contessa Lippa degli Anguillara.

In questo atto, abbastanza complesso, Giovanni del fu Palozio di Guidetta del castro di Bassano Romano vende in perpetuo a Silvestro di Monaco di detto castro un pezzo di terra con una vigna congiunta con detta terra, pezzo di terra posto nel tenimento di Bassano in contrada della Valle, inoltre vende un prato, con certe terre congiunte con esso, posto in Bassano in contrada del Caione, inoltre vende anche un terreno posto in contrada del Prato di Viano (oggi la cittadina ha assunto il nome di “Vejano”), inoltre un pozzo posto in Bassano in contrada dello Spiazio (sic) e anche una grotta posta sotto il muro di detto castro e altre cose di minore importanza come una botte e una tinozza tutto per il prezzo di 60 fiorini d’oro (Archivio Notarile di Capranica, notaio Graziano di mastro Pietro, prot. 195 cc. 16v/17v, atto nella Rocca di Capranica del 13 aprile 1378).

            In un altro atto del 17 gennaio 1395 è emerso il nome di un terzo Viceconte di Bassano un tal Renzo di Campanaro “una volta” Viceconte di Bassano per conto dei fratelli gemelli Francesco e Nicola Conti degli Anguillara, la notizia è stata fornita dalla studiosa di Bassano Romano la dr.ssa Fiorella Proietti che, però, ha smarrito la collocazione dell’atto notarile che in sostanza dice questo: “Frate Michele, oblato della chiesa di S. Maria del Monte di Bassano, per volontà del Vicario del Signor Bernardo Vescovo di Sutri, concede in affitto un orto di proprietà di detta chiesa a Renzo di Campanaro una volta Viceconte di Bassano per conto dei fratelli gemelli Francesco e Nicola Conti degli Anguillara[2]”; la notizia è sicuramente attendibile.

La presenza della figura del Viceconte degli Anguillara a Bassano Romano, che era un piccolo castro e che nel XIV secolo doveva avere una popolazione non superiore ai 1.200 abitanti) ci induce a pensare che ogni castello di proprietà della famiglia dovette avere la presenza di un Viceconte che, d’altronde, aveva funzioni podestarili, cioè amministrava il castro alle dipendenze degli Anguillara, manteneva l’ordine pubblico e amministrava la giustizia in 1° grado, sia in ambito civile che penale, anche se, a volte, non direttamente ma tramite l’ausilio di giudici professionisti che erano alle sue dipendenze.

Ricordiamo che la famiglia dei Conti degli Anguillara arrivò a possedere, nel periodo di massimo splendore, circa 40 castelli e diverse importanti tenute terriere.

 

 

Si pubblicano le fotografie relative al documento del 16 agosto 1357 in cui si parla di Simoncello Viceconte di Bassano (leggere nella 1° pagina dell’atto la prima riga dal basso: “… Symoncello vicecomiti castri Vaxani, Luczarello olim Pucii Torchii…”), e all’atto notarile del 14 aprile 1378 dove viene indicato, invece, il Viceconte di Bassano Romano Silvestro di Monaco (leggere la clausola finale nella 3° pagina conclusiva dell’atto).

Trascrizione della clausola finale, relativa al Viceconte di Bassano Silvestro di Monaco, dell’atto del 14 aprile 1378:

Actum est hoc in castro Vassani in dicta domo presentibus nobile viro Riccarducio ex dominis dicti castri, Iacobo Paltonerii et Silvestro Monaci vicecomite tunc castri Vassani omnibus de castro predicto testibus etc (= vocatis et rogatis ad predicta)”.

 

Traduzione:

“Atto è questo (rogato) nel castro di Bassano nella detta casa presenti il nobile uomo Riccarduccio dei Signori di detto castro, Giacomo di Paltonerio (procuratore e agente dei fratelli gemelli i Conti Francesco e Nicola degli Anguillara di Capranica) e Silvestro di Monaco Viceconte, una volta (= tunc), del castro di Bassano, tutti del castro predetto testimoni ecc. (= chiamati e annotati alle predette cose)”

 

Prof. Carlo Maria D’Orazi

[1] I più antichi Signori di Bassano sinora conosciuti sono un certo Gnigna (sic – forse un soprannome) “de dominis de Vassano” (Archivio Notarile di Capranica, notaio Pietro di Nuccio di Ziano, protocollo n° 268 carta 24 verso, atto del 31 luglio 1349) rintracciato in un atto nel quale riceve da un certo Cola di Nozio (è il nome del padre – “patronimico”) 23 libbre provisine (“Provisino” è il nome italianizzato del Provinois, il denaro emesso dai Conti di ChampagneProvins, cittadina vicino Parigi, nota come Pruvinum in epoca romana; nel Medioevo Provins fu sede di due delle più importanti fiere di bestiame del territorio della Contea della Champagne quando la città era sotto la giurisdizione dei Conti di Champagne; il modello di conio del Provisino francese fu poi adottato dallo Stato della Chiesa verso il 1184 quando cominciò a essere coniato anche a Roma), nell’atto in questione il detto Gnigna promette di restituire la suddetta somma di 23 libbre provisine a Cola di Nozio a partire dalla metà del successivo mese di settembre; l’altro Signore di Bassano, documentato anch’esso nel 1349, è Puccio di Rubeo (= di Rosso; Rosso e Nero erano nomi di battesimo nel Medioevo) attestato in un documento dell’Archivio Notarile di Capranica, notaio Pietro di Nuccio di Ziano, protocollo n° 268 carte 40 verso/41 recto, atto del 21 settembre 1349). Sicuramente esistettero dei Signori di Bassano già nel XIII secolo se non anche prima; per poter individuare alcuni dei Signori di Bassano anteriori al XIV secolo sarebbe opportuno consultare gli archivi romani (l’Archivio di Stato di Roma, l’Archivio Capitolino e l’Archivio Vaticano). I Signori di Bassano detenevano i due terzi della proprietà del castro mentre l’altro terzo apparteneva alla famiglia dei Conti degli Anguillara, probabilmente a partire dal 1° quarto del XIV secolo.

Anche in altri castri minori della zona sono attestati dei “Signori” che rappresentavano una piccola nobiltà strettamente locale che di solito era proprietaria di uno o due castelli spesso in comproprietà con altri nobili più o meno importanti.  Nell’Archivio Notarile trecentesco di Capranica sono documentati dei “Signori” a Tolfa Vecchia e a Tolfa Nuova ma anche nell’antica Monterano, a Isola (poi Isola Farnese) e a Ischia, piccolo castro diruto oggi nel territorio di Vejano (l’antica Viano). La comproprietà di un castro comportava la suddivisione -tra i vari condòmini- delle gabelle, dei dazi e di determinate proprietà immobiliari relative al castro.

[2] I fratelli Francesco e Nicola, insieme alla sorella Caterina, erano figli del Conte Giovanni I degli Anguillara capostipite del ramo di Capranica di questa nobile famiglia che nel 1346, dopo lunghe controversie -grazie alla mediazione di famoso personaggio politico romano Cola di Rienzo- pervenne a una suddivisione dei castri di loro proprietà: una parte dei castelli fu assegnata a Orso I degli Anguillara (Conte che ospitò, insieme alla moglie Agnese Colonna, il grande poeta Francesco Petrarca nella Rocca di Capranica fra i primi di gennaio e i primi di marzo del 1337) che divenne il capostipite del ramo che faceva riferimento al castro di Anguillara Sabazia (che fu il primo castello di proprietà della famiglia e dove i Conti degli Anguillara sono documentati dall’anno 1012 grazie alla scoperta di un documento di quell’anno effettuata pochi anni fa dalla ricercatrice di Roma dr.ssa Viviana Normando), l’altra metà dei castelli della famiglia fu assegnata, invece, a Giovanni I, figlio di Francesco degli Anguillara a sua volta fratello del Conte Orso I.

I castri principali della famiglia, nel corso della sua secolare storia, furono Anguillara, Capranica e Cerveteri, quest’ultimo castello, però, fu detenuto dagli Anguillara solo per metà della proprietà complessiva, l’altra metà di Cerveteri appartenne alla nobile, ma meno importante, famiglia di origine romana dei Venturini che decadde nella 2° metà del XV secolo.