Esistono presso l’Archivio di Stato di Roma diverse pergamene con atti notarili rogati in Sutri durante il X e XI secolo. La più antica di queste pergamene (Fondo pergamene, Monastero Ss. Cosma e Damiano di Roma, cassetta 12 pergamena n° 2) un antichissimo atto notarile relativo a un contratto rogato in Sutri nel giugno dell’anno del Signore 951 nel tempo di Papa Agapito II (946-955, Papa di origine romana).
Con questo atto notarile i coniugi Benedetto di Milo (è il nome del padre, ovvero “patronimico”) e sua moglie Rosa abitanti del vico “Agella” (dal latino “ager”, ovvero “campo” + la desinenza “lus” che indica un diminutivo ovvero “campicello”) sito nel territorio di Sutri, si obbligano nei confronti del venerabile Silvestro abate del monastero dei Ss. Cosma e Damiano di Roma che aveva loro concesso un pezzo di terra da trasformare in vigna posto in contrada “Fonte di Mauro”.
L’atto è di Adelgiso “tabellio” (= notaio) e tribuno della città di Sutri che, al momento attuale, è il notaio più antico documentato della città di Sutri.
L’esistenza di un atto dell’anno 951 ci fa dedurre che a Sutri, e quindi anche a Nepi, a Blera, a Gallese, a Orte e a Tuscania (tutte città, con antiche sedi vescovili, già esistenti in epoca romana) dovessero esistere dei notai almeno già dal VII-VIII secolo ma purtroppo di questi antichissimi documenti -come degli antichi archivi diocesani di Sutri, Nepi, Blera, Gallese, Orte e Tuscania anteriori all’anno mille- non è rimasto praticamente nulla e questo è un grande rammarico.
Si pubblica la pergamena, rogata in Sutri, del giugno dell’anno 951.